ShowNet risponde agli Adl Cobas

11 aprile 2020

All’attenzione di Adl Cobas:

shownet risponde

Vi indirizziamo la seguente lettera a nome della rete di cooperative ShowNet e in quanto datori di lavoro del settore spettacolo, in risposta alla vostra lettera con oggetto “Coronavirus – Garanzia continuità salariale per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo” e indirizzata anche al Presidente del Consiglio, i Ministeri deputati, all’INPS, alle Regioni, a Legacoop e Confcooperative oltre che ai datori di lavoro del settore spettacolo. 

Per rispondere con puntualità alle vostre richieste di chiarimento riteniamo opportuno in primo luogo raccontare la ragione della nascita delle cooperative nel settore dello spettacolo, quindi la natura della rete ShowNet e le sue attività principali, con attenzione anche a questo particolare momento storico.

Com’è noto, il sistema produttivo culturale e creativo italiano, come stima il report Io sono cultura 2019 realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, ad oggi impiega 1,55 milioni di persone, di cui la maggior parte, nonostante l’alto livello di formazione, è assunta soprattutto con contratti di lavoro autonomo, a tempo determinato e part time, con una forte prevalenza di impieghi intermittenti e discontinui. Entrando più nel dettaglio del mondo che ci compete, la ricerca Vita da artisti, studio pubblicato nel 2017 realizzato dalla Fondazione di Vittorio e commissionato dalla SLC-CGIL, evidenzia che anche il lavoro nel settore dello spettacolo è caratterizzato da multi-committenza, discontinuità e forte mobilità, oltre a una generale difficoltà nelle condizioni economiche

Di fronte a un panorama così incerto e troppo spesso inquinato da lavoro sommerso e sfruttato, già negli anni Ottanta alcuni musicisti e tecnici dello spettacolo scelgono di riunirsi in cooperativa. Le cooperative sono fondate proprio per poter lavorare in regola e ottenere riconoscimento professionale, essendo per gli artisti e i tecnici spesso preclusa – tranne i pochi casi di enti pubblici – la possibilità di ottenere un contratto di lavoro stabile per le caratteristiche intrinseche della propria professione, tra cui la multi-committenza, l’incostanza, la frammentarietà, l’impossibilità di esibire lo stesso spettacolo nello stesso luogo per lunghi periodi, e anche per la speciale normativa previdenziale che richiede necessariamente l’esistenza di un datore di lavoro

Queste difficoltà amministrative, unite all’inadeguata conoscenza da parte degli artisti delle regole che guidano il settore cui appartengono, hanno fatto sì che per questo tipo di professionisti il lavoro in cooperativa si sia negli anni sempre più manifestato come la soluzione ideale per ottenere la continuità e la costanza di un rapporto stabile pur nel rispetto dell’individualità artistica. È da quegli anni, quindi, che si sviluppa e diffonde il modello delle cooperative di spettacolo, che nella maggior parte dei casi utilizza il contratto intermittente, fondamentale per dare continuità di rapporto contrattuale a lavori strutturalmente intermittenti e discontinui, perché a differenza di altri contratti rimane attivo anche nei periodi in cui il lavoratore è inattivo (anche se “dormiente” resta in essere). 

In questo stesso contesto vengono fondate le cooperative che oggi compongono la rete ShowNet, di cui fanno parte Artistica Music & Show (AMS), Crea Stage, Crew Room, Doc Creativity, Doc Servizi, fasolmusic.coop, NRG Coop, Techne, Tempi Tecnici. 

ShowNet è il nome che è stato dato al contratto di rete siglato a inizio 2018 tra cooperative impegnate nei servizi tecnici dedicati ai settori dello spettacolo e degli eventi culturali e artistici in genere. Con la sua stipula le cooperative coinvolte in ShowNet costruiscono un’alleanza che tra gli obiettivi ha quello di promuovere la cultura della legalità e della sicurezza tramite l’adozione di strategie comuni. 

L’obiettivo primario di questa alleanza è quindi quello di far sì che la professionalità dei tecnici dello spettacolo venga tutelata e valorizzata al meglio. Tutte le cooperative che hanno aderito al contratto di rete rispettano il contratto collettivo del settore spettacolo cooperative (siglato da Cgil, Cisl e Uil e Legacoop, Confcooperative e Agci nel 2014 e rinnovato a inizio 2020), e si impegnano per garantire il rispetto dei principi di legalità e sicurezza sul lavoro. La creazione di ShowNet nasce anche dal desiderio di costruire strategie comuni volte a contrastare l’attività di quei soggetti che deprimono il mercato facendo attività di dumping e svilendo la dignità professionale dei lavoratori e degli operatori del settore.

Per l’insieme di queste ragioni, la rete di cooperative ShowNet ha ben presenti le difficoltà del settore, così come le sue potenzialità, e sin dall’inizio dell’emergenza si è impegnata in un confronto continuo e tempestivo per comprendere quali azioni compiere a favore dei soci delle proprie cooperative, con i quali ogni cooperativa è in continua comunicazione, e, più in generale, dei lavoratori del settore. 

La rete ShowNet ha infatti anche sposato le richieste presenti nella petizione che la Fondazione Centro Studi Doc ha lanciato ormai più un mese fa e che richiede con urgenza l’istituzione di sostegni mirati, anche perché è sempre più evidente che il Coronavirus ha creato uno stato di emergenza in un settore già fragile, dove i professionisti e le imprese faticano anche in condizioni normali a ottenere le giuste tutele e sostegni economici (vd. FUS).

La situazione attuale, e paradossale, che stanno vivendo i lavoratori intermittenti dello spettacolo non fa altro che confermare questa amara constatazione: Giuseppe Conte ha detto chiaramente che nessuno deve restare indietro, ma per un incredibile concorso di previsioni e divieti incrociati, gli intermittenti dello spettacolo oggi non hanno accesso a diritti previsti nel Decreto Cura Italia, pur avendo sempre pagato tasse e contributi in quanto lavoratori dipendenti.

Oggi più di 200.000 lavoratori intermittenti dello spettacolo non hanno infatti diritto all’assegno di 600 euro, perché hanno un rapporto di lavoro dipendente in corso al 17 marzo, pur essendo questo “dormiente”, né alla cassa integrazione in deroga né alla disoccupazione, perché il rapporto di lavoro, pur essendo “dormiente”, è ancora in essere.

Rispetto alla cassa integrazione in deroga, nonostante tutte le Regioni (cui spetta la gestione della cassa in deroga), cogliendo il senso del CuraItalia, abbiano deliberato di erogare l’indennità per COVID-19 in base alla media degli ultimi 12 mesi, nella circolare attuativa per applicazione degli interventi salariali n. 47 del 28 marzo 2020, l’INPS, richiamando la circolare 41/2006 p.4-5, ha stabilito che agli intermittenti spetta indennità delle sole giornate di cui era stata già effettuata la chiamata prima della sospensione delle attività, quindi di poche giornate o nessuna giornata e non per le 9 settimane previste dal CuraItalia retribuite sulla base dello storico dei 12 mesi sarebbero state realizzate e invece sono state perse. Questa posizione, che palesemente contraddice il volere del Governo di non escludere nessuno, è stata ulteriormente confermata negli ultimi giorni dalle FAQ delle varie Regioni che indicano come applicare la cassa integrazione in deroga ai lavoratori intermittenti. 

Il risultato? Dato che il Governo dallo scorso 23 febbraio ha annullato tutti gli eventi, i lavoratori intermittenti non hanno più avuto chiamate per i mesi a venire e, sulla base dei criteri al momento definiti dall’INPS, risulta ad oggi impossibile calcolare l’indennità.

In questo particolare momento storico, vi comunichiamo quindi che la rete ShowNet sta chiedendo a sua volta chiarimenti al Governo e all’Inps, perché ad oggi anche i soci lavoratori delle nostre cooperative, pur avendo sempre pagato contributi e tasse, non hanno certezza di accesso alle indennità previste dal Governo e quindi non vedono loro riconosciuti gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori.

Per questo, affiancandoci alle richieste della Fondazione Centro Studi Doc, continuiamo a chiedere: 

  • che i lavoratori intermittenti dello spettacolo possano accedere al FIS o alla Cassa in deroga non solo per le giornate di lavoro chiamate e poi annullate, ma per 9 settimane perse dal 23 febbraio in poi, in base alle retribuzioni medie dello storico dei 12 mesi precedenti;
  • che per i lavoratori che non accedono o hanno esaurito il periodo di integrazione salariale sia riconosciuta l’indennità di disoccupazione NASPI quando il lavoratore non è in chiamata, cioè con contratto in essere ma “dormiente” e che, in futuro, l’indennità di disoccupazione NASPI venga sempre riconosciuta quando il lavoratore non è in chiamata.

Inoltre, chiediamo anche che siano affrontati altri temi fondamentali che attualmente sono fonte di discriminazione per i lavoratori intermittenti dello spettacolo, per questo chiediamo:

  • di dare l’indennità di malattia quando il lavoratore si ammala, così come l’indennità di quarantena, cioè l’indennità deve essere riconosciuta fin dal primo giorno, mentre ora è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contribuzione;
  • contratti scritti con tempi certi di pagamento.

ShowNet ritiene che queste richieste siano il fondamento per le tutele non solo per affrontare l’emergenza di oggi, ma anche per porre i primi passi verso il riconoscimento dello status giuridico del lavoratore dello spettacolo, che preveda per tutti i lavoratori dello spettacolo in primo luogo il riconoscimento delle tutele previdenziali per scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia o difficoltà di settore.

Lettera condivisa e firmata da:

  • AMS
  • Crea Stage
  • Crew Room
  • Doc Servizi
  • Doc Creativity
  • fasolumusic.coop
  • NRG
  • Techne
  • Tempi Tecnici

Download: ShowNet risponde agli Adl Cobas (pdf)

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